Il Kakebo è una pratica che ti cambia la vita

Provare a influenzare sé stessi in meglio, con un nuovo metodo di vita

L’interpretazione, a tutti i livelli, inizia a farla da padrone. Difficile trovare e poter sbandierare verità oggettive al di fuori dei campi scientifici. Ormai tutta la sfera dell’essere: dalla politica alla morale, dalla religione al sesso, non trova leggi oggettivamente considerabili giuste. Ciò che è giusto per me e per te, non lo è per qualcuno altro. In questo paesaggio fatto di verità che si posso inventare e creare, l’abilità di taluni, l’arte dell’ambiguità e la capacità di utilizzare metodi anfibologici rendono, in pratica, alcune persone in grado di influenzarne masse intere. L’ambiguità di un’espressione o di una frase è agevolmente avvertibile, in quanto interpretabile grammaticalmente in modo duplice una frase, un detto, un concetto, diventa terribilmente potente quanto un’arma. E di arma si tratta. Ecco che arriva il Kakebo, una via di mezzo tra un’agenda e un foglio da planning per annotare le entrate e le uscite dal proprio portafoglio e in giapponese, appunto, Kakebo significa ‘il libro per i conti di casa’. Esattamente questa metafora non troppo velata può richiamare l’attenzione sulla duplicità delle cose (in verità, sulla molteplicità) che è diventata la norma in questa società e che ci porta, troppo spesso, a esagerare con le seconde (le spese) e a non tenere in giusto conto le prime (le entrate). Chi ha perduto il concetto di verità oggettiva, di giusto e di sbagliato, è proprio l’uomo moderno, quello che rincorre l’apparire a tutti costi. Vediamo dunque se un piccolo libricino giapponese può riportare questi sperperatori seriali sulla retta via.

Kakebo: risparmia come una giapponese e ritrova la felicità

Sembra essere soltanto una agenda, ma in realtà è molto di più. Si tratta del Kakebo, una nuova tendenza proveniente dal Giappone e in grado di cambiare l’esistenza. Sembra che anche un neofita del metodo possa arrivare in breve a risparmiare il 30 o il 40 per cento. Ma su cosa? Sulla propria vita di tutti i giorni.

Economia. Fare a meno del necessario per risparmiare denaro e comprare il superfluo.
John Garland Pollard

In Giappone è già diventato un fenomeno di culto, un rito praticato un po’ da chiunque, in qualsiasi fascia di età, in qualsiasi condizione sociale. Forse è proprio il Kakebo alla base del fatto che il Giappone è stato tra i primi stati a uscire dalla crisi economica a livello globale. Vediamo dunque di che cosa si tratta e perché pare funzionare così bene. Innanzitutto, il Kakebo è una semplice agenda su cui tenere i propri conti economici, le entrate e le uscite quotidiane. Tenere così i propri conti, metterli nero su bianco, e vederli fisicamente tutti i giorni, aiuta immediatamente a livello psicologico a cambiare le proprie abitudini. In pratica ci impone di analizzare i nostri movimenti finanziari, focalizzando l’attenzione sulle uscite economiche, sul denaro che sperperiamo. Si impara così, senza accorgersene, a risparmiare in maniera autonoma e a gestire le proprie finanze con maggior criterio. Ogni mese si appuntano i movimenti ripetuti, come bollette, mutui e assicurazioni), ogni settimana e ogni giorno invece si segnano le così dette spese variabili, cioè lo spillatico di tutti i giorni.

Non è tutto qui, il Kakebo ti costringe a parti anche obiettivi a lungo termine: risparmiare per l’università dei figli, mettere da parte i soldi per le vacanze o per comprare la macchina nuova. La parte rivoluzionaria è che, in questa era dove tutto è digitale, questo sistema analogico ti spinge a pensare al perché delle cose e a ragionare sul come migliorarle. Ecco che le rinunce vengono automatiche e le spese si fanno più intelligenti. E, dopo solo alcuni mesi, saltano già fuori fondi extra per il tanto agognato gadget tecnologico di ultima generazione. Inoltre, alcune frasi sibilline ci impongono di ragionare nel momento stesso in cui annotiamo le nostre spese e, allora, sin da subito ci risulta chiaro che forse sarebbe più utile acquistare questo piuttosto che quello. La domanda fondamentale con cui si inizia a convivere è quella del ‘me lo posso davvero permettere questo gingillo???’. Ragionando, calcolando e facendo scelte ponderate, iniziamo a passare più tempo nell’atto dello scegliere che in quello dello spendere, passiamo da una fase dove l’azione veniva fatta di getto ad una in cui ci si sofferma con meticolosità. Lentamente, ma inesorabilmente, si abbattono le spese stupide e quelle superflue, si limitano i costi e le uscite, e si inizia a mettere da parte il proprio gruzzolo e ci si evita lo stress dovuto alla pessima gestione finanziaria che ci faceva da compagni.

Marta Amici